Dissi a l'amata mia - Marenzio
Madrigale (composizione musicale o lirica originaria dell'Italia, e diffusa in particolare tra Rinascimento e Barocco) a quattro voci miste pubblicato nel 1585. Questo brano fu uno di quelli scelti a modello in tutta Europa; le metamorfosi dello stile inserito (caratterizzato da un morbido ed elegante contrappunto alternato ad affettuosi passi accordali, e da una dolce e sensuale bellezza) rappresentano esemplarmente le vicende dell’ultima, meravigliosa stagione del madrigale polifonico italiano.
Dissi a l'amata mia, lucida stella Che più d'ogn' altra luce, Ed al mio cor adduce Fiamme, strali e catene, Ch'ogn'hor mi danno pene: "Deh! morirò, cor mio. Sì, morirai, ma non per mio desio."
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- Data di creazione 19 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 25 Luglio 2020
Benedetto Sia 'L Giorno E 'L Mese E L'Anno - Veretti
Questa volta l'autore riprende dal secolo XIV versi ben più famosi e conosciuti; si tratta del poeta Francesco Petrarca e del suo Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta); l'autore mette in musica uno (rima LXI) dei 366 componimenti in versi italiani che narra la storia della vita interiore di Francesco Petrarca ed il suo amore per Laura, composto a più riprese nel corso di tutta la sua vita (dal 1336 al 1374); in questo specifico sonetto, Petrarca racconta il luogo ed il modo in cui incontrò Laura per la prima volta, e benedice tutti i sentimenti che lo legano alla donna associando il contesto in un vero e proprio miracolo.
Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno, e la stagione, e ’l tempo, e l’ora, e ’l punto, e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto da’ duo begli occhi che legato m’hanno; e benedetto il primo dolce affanno ch’i’ebbi ad esser con Amor congiunto, e l’arco, e le saette ond’i' fui punto, e le piaghe che ’nfin al cor mi vanno.
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- Data di creazione 18 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 18 Luglio 2020
Da Poi Che 'L Sole I Dolci Raggi Asconde - Veretti
L'autore riprende dei versi di ignoto del secolo XIV, componendo così un mottetto allegretto (lessico musicale di indicazione agogica, cioè un'indicazione riguardante la velocità esecutiva che in questo caso è una velocità moderata). Questo brano è il secondo di quattro brani che sono raccolti nel 1939 e pubblicati successivamente insieme, che riguardano momenti di vita e riflessioni profane. In questo caso si narra in un paesino il propagarsi di un incendio tra il tramonto e la sera ed il racconto dell'intera popolazione che si prodiga nel cercare di domarlo. Si sentono i rintocchi della campana del paese che suona l'allarme, tutti alla ricerca di acqua e di scale, ed alla fine i saggi del paese annunciano di andare nelle proprie case ringraziando per il contributo dato: il fuoco è spento! Il poeta, che anche lui ha partecipato all'evento, pone alla fine l'accento alla vista della sua amata e sospirata cecilia.
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- Data di creazione 18 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 18 Luglio 2020
Am Bodensee - Schumann
Tratta dall'opera 59 (numero 2) di Robert Schumann, pubblicata nel 1885,è un brano per coro misto a cappella composto da 2 parti: il primo digiuno, che riflette la partenza per l'avventura su una nave (gonfia la vela, vento favorevole!), seguito poi da una parte più nostalgica e lenta (sulla via del ritorno nel mio paese, speravo di stringere la mano con Lys)
Schwelle die Segel, günstiger Wind! Trage mein Schiff an das Ufer der Ferne; Scheiden muß ich, so scheid' ich gerne...
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- Data di creazione 11 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 11 Luglio 2020
L'Aurora - Morlacchi
E' definita come una "Piccola Cantata", per tre voci dispari, ed è trascritta da Stefano Ragni, giornalista umbro, laureato in filosofia teorica, pianista e docente del Conservatorio Morlacchi di Perugia, ma soprattutto un formidabile divulgatore di musica. La cantata è un canto prolungato (da cui la derivazione di piccola), anche di più persone insieme, fatta per divertimento; diventa ampia composizione musicale, sacra o profana, di carattere tra il lirico e il drammatico quando si coinvolgono voci e strumenti.
A predire un sì bel giorno, sorge l'alba in lieto ammanto, spiran l'aura e dolce incanto.....
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- Data di creazione 11 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 11 Luglio 2020
La Goccia Solitaria - Spingola
In un giorno di pioggia quante volte siamo rimasti ipnotizzati dalla caduta di una goccia di acqua. Nel tempo di un battito di ciglia si crea una specie di corona, spruzzando piccole goccioline dal suo bordo prima di scendere nuovamente sulla superficie. Il nostro fondatore si riferisce però alla locuzione latina "gutta cavat lapidem", letteralmente "la goccia perfora la pietra", che vale come esortazione al ricordo che con una ferrea volontà si possono conseguire obiettivi altrimenti impossibili, tralasciando l'allusione al danno derivato da un'azione banale, ma prolungata. Il testo poetico è di Giuseppe Picchiando....
La piccola goccia che cade, giù, dall'umida volta da secoli scava, scava la roccia, dove non viene raccolta. La piccola goccia batte lenta nel sasso, sfida nell'ombra l'eterno, segna il tempo che muore. Perché sulla terra avida di lagrime e di sangue l'amore soltanto non penetra nel cuore degli uomini? E' forse il cuore degli uomini più duro della pietra? Il vento s'alza, ascoltate: "Crolleranno........"
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- Data di creazione 5 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 5 Luglio 2020
Chi La Gagliarda - Donato
Donato rappresentò una corrente innovativa nel seno della scuola veneziana del tardo rinascimento; sulla sua polifonia sacra restò sempre sul classico influenzandosi continuamente allo stile di Palestrina, ma nel profano fu lui a sviluppare la "Villanella" (canzone profana il cui argomento era sempre rustico, comico e spesso sarcastico), forma leggera di madrigale nella musica profana. Partendo da Napoli, questa forma artistica piacque talmente all'autore che ne trasformò alcuni canoni (ad esempio la presenza di sole tre voci) ed aprì questo tipo di musica alla danza ed alle "Chanson Francesi".
Chi la gagliarda donna vo imparare, Venit' a nui che siamo, mastri fini, Che de ser' e de matina Mai manchiamo, di sonare: Tan tan tan tarira, ra ti ru ra.
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- Data di creazione 5 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 25 Luglio 2020
Chiare Lucide Stille - Pacelli
Nel 1941, fu dedicato un saggio di Matteo Glinski denominato "Opera Omnia", dedicato ad Asprilio Pacelli con la trascrizione in notazione moderna e la messa in partitura dei suoi madrigali, ingiustamente caduti nell'oblio; in questo madrigale, in particolare, si fa largo uso dello stile monoritmico di tradizione palestriniana, ma gli accordi sono introdotti dalle singole voci allo stato fondamentale portando con la concatenazione una ricchezza di effetti sonori dalla contrapposizione del maggiore e del minore che si incamminano spontaneamente verso l'assetto tonale. I temi dei brani riguardano anche qui la natura che ci dà degli esempi e delle lezioni di vita straordinarie; già dal titolo troviamo la lucentezza e la semplicità della stilla, sinonimo letterario di goccia che qui è descritta come una di mille stelle che brillano in un cielo possente ma impersonale.
Chiare lucide stille, via più lucenti e belle de le più vaghe stelle, come leggiadramente a mille a mille nel novo ciel, di quello ch'é di stelle più adorno, vago e bello, spuntar vi veggio e distillando al core potenza ugual, ma non uguale amore.....
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- Data di creazione 5 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 5 Luglio 2020
Intermedio Dei Frugnolatori
Allegro-scherzoso come base ritmica, questo brano è dedicato all'uomo che frugnuola; secondo l'Accademia della Crusca, colui che caccia o pesca col frugnolo (lanterna con luce direzionale utilizzata per abbagliare animali e pesci durante la notte), può definirsi frugnolatore. Non ne conosciamo l'autore, ma l'atteggiamento positivo di chi è alla ricerca nelle tenebre di una grossa preda e di chi è finalmente contento anche di una sola visione, è ben rappresentato; si ha traccia di questo brano nella Bibliografia di Michelangelo Buonarroti il Giovane (Edizioni 1638) come brano eseguito tra il primo ed il secondo atto della Tancia, commedia rusticale in onore alla Serenissima Vittoria, principessa d'Urbino del Granducato di Toscana.
Sù compagni, quatti quatti, chi di quà, chi di là, per la selva ognun s'adatti frugnolando ramatando, grossa preda riportando.....
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- Data di creazione 4 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 4 Luglio 2020
La Campana - Donizetti
Come l'autore lo ha concepito, questo brano è un quartettino per due tenori e due bassi. In Italia, Donizetti e Rossini, promuovevano il bel canto italiano attraverso arie (nella storia della musica il termine aria nasce nel XV secolo a indicare il ritornare di strofa in strofa di una melodia riconoscibile in componimenti polifonici che così presero questo nome, utilizzato quindi in epoca barocca per movimenti delle suite strumentali e infine per designare un brano per strumento solista, che in qualche misura richiamasse il carattere di cantabilità dell'aria vocale) ed ensamble. Maffeo Zanon ha riveduto e corretto questa aria e ne ha fatto un brano corale a 4 voci miste.
Il sole discende, il monte si oscura; la bella pianura già notte coprì. La mesta campana, che s'ode lontana, col suono t'annunzia che il giorno finì. O mesto viandante, sorpreso da sera, l'ardente preghiera unisci a quel suon.....
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- Data di creazione 4 Luglio 2020
- Ultimo aggiornamento 4 Luglio 2020
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