Piccolo estratto (non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace) de "Il Campiello", opera in tre atti di Ermanno Wolf-Ferrari, su libretto di Mario Ghisalberti. L'opera, incentrata sulla vita degli imprevedibili abitanti di Venezia, fa uso del dialetto veneziano, tranne che per due personaggi napoletani. Siamo a metà del diciottesimo secolo. In tutta l'opera l'ambientazione rimane la stessa: una piccola piazza (campiello). In un angolo c'è una locanda, dov'è alloggiato Astolfi, un amabile gentiluomo napoletano, spendaccione e donnaiolo. Nelle case intorno alla locanda vivono alcune donne nubili, tutte alla ricerca di uomini o mariti.

Canto popolare dell'Emilia, in questa armonizzazione fatta da un autore a noi anonimo, si cerca di armonizzare anche il pianto (blom blom) di una giovane romagnola che, costretta a stare in casa da sola, si dispera sperando nell'intervento della sua mamma.

Originaria del 1551, nasce dal primo libro di "Canzon Villanesche alla Napolitana". Queste canzoni hanno una forma musicale metrica denominata strambotto, che accompagna poesie dialettali strofiche, con una forma metrica caratteristica e di quel tempo originale.

E quando ha fa, E quando ha fato l´ovo la mattina... la mia gallina e questo verso fa: cot cot cot .... codà

L'autore riprende la melodia di un antico canto tradizionale inglese e l'adatta per una rappresentazione corale a 4 voci dispari lasciando però per quanto possibile l'anima folk originaria (ad esempio la parola well).

Vode del vento, chiama me? Notte profonda prende la mia mano, lui cosa vorrà? 

Canto abruzzese, esattamente di "Francavilla a Mare",  città natale di Ettore Montanaro dal 1888, che compose fra l'altro numerose liriche per canto e pianoforte, alcune delle quali furono eseguite al Teatro Eliseo di Roma e trasmesse dalle stazioni radiofoniche della Rai. Il nostro direttore ha adattato per coro questo canto che parla in generale dell'amore giovanile, pieno di impeto come il rosso di un fuoco....

Il titolo ufficiale è La Villanella; è una canzone per bambini ma il brano, originario del trentino, è tra i più eseguiti dai cori alpini e di montagna; è dedicato alla contadinella capace di far innamorare chiunque con la sua bellezza e il suo modo di ballare. Nel testo compaiono poi anche un vecchio ubriaco e un merlo triste perché chiuso in gabbia o, in altre versioni, svogliato mentre canta su un albero.

Varda che passa la villanella òs-ce che bella la fa inamoràr. Oh come balli bene bella bimba, bella bimba, bella bimba; oh come balli bella bimba, bella bimba, balli ben....

Canto popolare ciociaro, questo canto veniva usato come «canzone a ballo», cioè svolgevano la funzione di accompagnare le danze: infatti il notevole contenuto ritmico insito nella melodia è evidenziato dagli intercalari «ohilì ohilà» e/o dalle ripetizioni «d'amor, d'amor, d'amor».

Ohilì ohilì ohilì ohilà, ohilì ohilà ohi come va. Ohilì ohilà ohilì ohilà, ohilì ohilà ohi come va. Quando gli ome ha misso gli baffe ci abbisogna la mogliera non c’è modo né manera ca la femmena ce vo.

La canzone è tratta dalla raccolta "L'aria nostra è sempre la più fina", dieci sonate tradizionali umbre; parla di una ragazza umbra che rincorre il suo amato che gli scappa da tutte le parti pur di non incontrarla; anche il curato gli dice di smetterla di rincorrerlo. Il nostro direttore ne ha fatto un adattamento corale.

Canzone scritta e musicata dagli autori C. Bruno ed E. Di Lazzaro nel 1938. Conosciuta anche con il titolo "O campagnola bella", la protagonista è una contadina abruzzese che scende in città con l'asinello cantando la felicità del vivere nel suo paese di montagna. In Italia questa polka è diventata un classico anche dei repertori da ballo.

All'alba quando spunta il sole, là nell'Abruzzo tutto d'or le prosperose campagnole discendono le valli in fior. O campagnola bella, tu sei la Reginella. Negli occhi tuoi c’è il sole c’è il colore delle viole, delle valli tutte in fior! Se canti la tua voce, è un’armonia di pace, che si diffonde e dice: se vuoi vivere felice devi vivere quassù!

Tre cose ci sono al mondo, diceva il saggio Socrate, che cacciano l'uomo e lo fanno uscire di casa: il fuoco, il fumo e una cattiva moglie. L'autore, alludendo a questo detto, ha musicato un canone da noi imparato in occasione della rassegna di Pescara, più che trentennale memoria.....