Il Trisagion ("tre volte santo") (chiamato anche Trisagion angelico) è un inno usato in maniera comune nella liturgia delle Chiese orientali cattoliche e ortodosse e presente anche nella Chiesa latina. La frase Dio santo, Dio potente, Dio immortale, abbi pietà di noi appare per la prima volta in uno scritto del patriarca Proclo (434-446).

Vidi il Signore nel suo tempio, Assiso alla sua gloria, I lembi del suo manto riempivano il tempio, Ed intorno a Lui i serafini proclamavano l'un l'altro:....

Nella liturgia Dio parla al suo popolo e il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghiera; e il primo canto con cui l’assemblea eucaristica risponde a Dio è il Canto d’ingresso che ci induce a partecipare, elemento che caratterizza il Rito iniziale dell’Introito.

Venite venite a festa, questo è il giorno del Signore, è già pronta per tutti la mensa, che ci nutre di grazia e d'amor.

Tratto dal Salmo 26 "Il Signore è mia luce e mia salvezza".

Panis Angelicus è il primo verso della penultima strofa dell'inno latino Sacris solemniis, composto da San Tommaso d'Aquino. L'inno fa parte di una liturgia completa da lui scritta per la solennità del Corpus Domini, sia per la Messa che per l'Ufficio. La strofa che comincia con le parole Panis angelicus ("pane degli angeli") è stata spesso musicata separatamente dal resto dell'inno. La versione più famosa è questa, che Franck scrisse nel 1872; in seguito incorporò l'inno nella sua Messe à trois voix (Op. 12).

La "Missa de Madrid" è del 1754, periodo in cui l'autore si trasferì in Spagna, ed è una composizione nettamente barocca; porta il marchio dell’inventiva e dell’ispirazione originale di Scarlatti: passaggi virtuosistici, cambi di colore, pause nel ritmo, fugaci evocazioni figurate, sono quanto di più distante dal più classico contrappunto.