Inno a "San Costanzo" - Spingola
Costanzo di Perugia (... – Foligno, 170 circa) è stato il primo vescovo di Perugia, martirizzato al tempo delle persecuzioni dell'imperatore Marco Aurelio nei confronti dei cristiani. Viene venerato come santo della Chiesa cattolica che lo ricorda il 29 gennaio. Secondo la tradizione, durante la persecuzione di Marco Aurelio, fu condotto per mano di alcuni soldati davanti al console Lucio e barbaramente flagellato, quindi immerso nell'acqua bollente, da dove uscì miracolosamente illeso. Ricondotto in carcere, convertì i suoi custodi, che lo aiutarono a fuggire. Rifugiatosi a casa di Anastasio, cristiano, fu con questo di nuovo arrestato e decapitato nella città di Foligno. Tutte le redazioni della Passio affermano che il corpo del santo, dopo il martirio, fu portato a Perugia e sepolto non lontano dalla città in un luogo detto Areola fuori Porta S. Pietro, dove venne costruita la prima cattedrale di Perugia. In questo medesimo luogo fu eretta l'attuale chiesa di San Costanzo consacrata, secondo un'iscrizione esistente nell'antico altare, nel 1205 dal vescovo di Perugia, Viviano.
Tradizione vuole che ogni anno, durante la festa di San Costanzo, le ragazze nubili vadano nella chiesa di San Costanzo per chiedere se si sposeranno entro l'anno: la leggenda dice che, se guardando il gioco di luci riflesse sull'immagine del santo si ha l'impressione che san Costanzo ha fatto l'occhiolino, significa che le nozze ci saranno, altrimenti, per consolazione, il fidanzato regalerà alla ragazza il tipico dolce, il "Torcolo di San Costanzo". Per tradizione medievale, "l'occhiolino" può solo essere visto da ragazze nubili vergini.
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- Data di creazione 13 Giugno 2020
- Ultimo aggiornamento 13 Giugno 2020
Inno a "San Giuseppe" - Magri
San Giuseppe secondo il Nuovo Testamento è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù; è definito come uomo giusto. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, fu dichiarato patrono della Chiesa cattolica dal beato Pio IX l'8 dicembre 1870. San Giuseppe, Maria e Gesù bambino sono anche collettivamente riconosciuti come la Sacra Famiglia. La Chiesa cattolica ricorda san Giuseppe il 19 marzo con una solennità a lui intitolata; se il 19 marzo ricorre di domenica, la festa è spostata al giorno seguente; inoltre, negli anni in cui il 19 marzo cade nella Settimana santa, la celebrazione è anticipata al sabato prima della domenica delle Palme (per esempio, nel 2008 la solennità è stata celebrata il 15 marzo). Nelle società consumistiche, al 19 marzo si associa la "festa di tutti i papà".
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- Data di creazione 13 Giugno 2020
- Ultimo aggiornamento 13 Giugno 2020
Inno a "Santa Leonì" - Spingola
Léonie Aviat, in religione suor Francesca di Sales (Sézanne, 16 settembre 1844 – Perugia, 10 gennaio 1914), fu una religiosa francese, fondatrice della congregazione delle Suore Oblate di San Francesco di Sales: è stata proclamata santa da papa Giovanni Paolo II nel 2001. Nata da un'agiata famiglia in una cittadina della Champagne, venne educata presso il monastero delle Visitandine di Troyes, i suoi superiori la indirizzarono verso l'"Opera San Francesco di Sales", una sorta di casa-famiglia per assistere materialmente e spiritualmente le giovani operaie che lavoravano a Troyes, all'epoca famosissimo centro tessile. Nel 1871 emise, con le sue compagne, i voti perpetui, dando ufficialmente vita alla congregazione delle Suore Oblate di San Francesco di Sales. Madre Aviat ne fu la prima superiora generale. Le Oblate aprirono pensionati e scuole in numerose parrocchie e presto iniziarono a dedicarsi alle missioni.
Il Martirologio Romano indica per la sua memoria la data del 10 gennaio; per noi è una santa particolare in quanto operò nell'ultimo periodo della sua vita nella nostra città dove si spense nel 1914.
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- Ultimo aggiornamento 13 Giugno 2020
Inno a "Santa Cecilia" - Iriti
Santa Cecilia (Roma, II secolo – Roma, III secolo) è stata una nobile romana che, confidato allo sposo Valeriano il suo voto di castità, si convertì al cristianesimo e nella prima notte di nozze ricevette il Battesimo per mano del Pontefice Urbano I. Il suo culto è molto popolare poiché Cecilia è la patrona della musica, degli strumentisti e dei cantanti in quanto si narra che il giorno delle nozze nella casa di Cecilia risuonassero organi e lieti canti ai quali la vergine, accompagnandosi, cantava nel suo cuore: “conserva o Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa”. Viene ricordata il 22 novembre da cattolici e ortodossi. Esclusa la Vergine Maria, è una delle sole sette sante ad essere ricordate per nome nel Canone della Messa.
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- Ultimo aggiornamento 13 Giugno 2020
Io Cerco Te - Pedemonti
Brano strofico adatto per una liturgia che celebra un matrimonio in chiesa, fa parte di una raccolta famosa di 30 brani corali classici. E' la risposta articolata alla domanda rivolta ai due discepoli indirizzatigli dal Battista, alla prima parola detta da Gesù nel Vangelo di Giovanni: «Che cosa cercate?», e rimanda alla prima parola che il Risorto rivolgerà a Maria di Magdala: «Chi cerchi?»; anche per Pietro Gesù riserverà un incontro personale, con una chiamata specifica e una missione a favore di tutta la Chiesa.
IO CERCO TE, SIGNOR, IO CERCO TE; NELL'ANSIA E NELL'ERROR, IO CERCO TE. TU SEI LA VIA, TU SEI LA LUCE; IO CERCO TE, SIGNOR, IO CERCO TE.
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- Ultimo aggiornamento 13 Giugno 2020
Kyrie Signore Nostra Gioia - Stefani
Estratto della "Missa Brevis" dell'autore che riguarda la parte della messa cantata immediatamente successiva all'introito. Ogni invocazione viene ripetuta per tre volte (secondo la tradizione, tre al Padre, tre al Figlio e tre allo Spirito Santo): questo numero è infatti riccamente simbolico, ed il totale di nove, che è il numero dei cori angelici, connette direttamente questo rito all'Inno Angelico del "Gloria in excelsis" che viene cantato immediatamente dopo. Brano del 1989, in celebrazione del cinquantesimo dell'Istituto Salesiano G. Bearzi di Udine, legato all'autore.
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Lasciato Il Tempio - Donella
E' un mottetto strofico (genere inizialmente di carattere profano, passata poi religioso con l’ Ars nova del sec. XIV, giungendo al massimo della purezza e dell'espressione mistica nello stile polifonico del Palestrina) per il giorno dell'Epifania a quattro voci dispari. Il testo del brano, scritto dall'autore sacerdote, è pieno di poesia e di contenuti che inducono a proseguire il cammino della fede.
Lasciato il tempio è apparsa una stella! Sulla sua casa si curvano i cieli: Popoli tutti, mettetevi in via, a ripercorrere la strada dei Magi.
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Lieta Armonia - Casimiri
Anche questo brano, popolarissimo, è dedicato a Maria SS. L'autore condusse nella curia le grandi battaglie sulle riforme della musica sacra ("Lascia che il popolo canti!") perché, nel periodo in cui la Messa somigliava quasi a una scena d'opera, per lui la liturgia doveva essere vicina alle persone, semplice, comprensibile, ma anche solenne e in grado di stimolare la preghiera. E perché il popolo potesse avvicinarsi a Dio anche attraverso il canto compose le "canzoncine popolari", alcune di queste tuttora famose ed eseguite in gran parte d'Italia (una su tutte "Lieta Armonia").
Lieta armonia nel gaudio del mio spirito si espande, l’anima mia magnifica il Signor: Ei solo è grande.
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- Ultimo aggiornamento 13 Giugno 2020
Lo Sguardo Del Signore E' Sopra Il Povero
Il vangelo (Lc 16, 1-13) ripropone una parabola raccontata da Gesù per mettere in evidenza un comportamento contrario alle esigenze dell'Alleanza: quando il denaro diventa un idolo a cui sacrificare tutto: l'onestà, la solidarietà, la fede in Dio, il rispetto per i propri fratelli. Il richiamo forte che Dio – attraverso il suo profeta Amos – rivolge al popolo che ha dimenticato il cammino comune, e vive l'ingiustizia: chi ha di più sfrutta i poveri per guadagnare, approfittando dell'indigenza di chi dovrebbe venir riconosciuto come fratello. Di questo bel canto non se ne conosce l'autore.
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Magnificat, Anima Mea - Frisina
Il Magnificat è un cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo secondo Luca con il quale Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo pronuncia rispondendo al saluto della cugina Elisabetta, al momento del loro incontro. Per questo è conosciuto anche come cantico di Maria. Il suo nome deriva dall'incipit latino Magnificat anima mea Dominum.
Magnificat anima mea, Magnificat Dominum. Et exsultavit spiritus meus in Deo Salutari meo.
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